Di Gianluigi Nuzzi
Prodotto da Stefano Francioni Produzioni e Ventidieci
I gialli tra inediti, fake news, trame e speculazioni
Gianluigi Nuzzi sul palco avrà la più semplice delle scenografie (al centro di una redazione minimalista, gigantografie dei protagonisti e videowall per i contributi) perché il dominus sarà il racconto, supportato da brevi clip e da contributi audio avvolgenti che accompagnano il pubblico nello sviluppo delle storie.
I grandi fatti di cronaca diventano ostaggio di operazione mediatiche spericolate dove la verità accertata, processuale, viene prima atomizzata e poi delegittimata. Per colpire e attrarre il telespettatore o il frequentatore di social, si costruisce, offre e serializza una tesi di immediata comprensione, alternativa, clamorosa, seducente ma falsa. In un momento di diminuzione cronica della fiducia nelle istituzioni e di ridotta credibilità dell’informazione, si affaccia questo nuovo, inquietante fenomeno. Peccato siano tutte fake news, realizzate lungo il tracciato della verosimiglianza. Fate attenzione, non sono fenomeni a generazione spontanea ma è la fabbrica degli innocenti. Una fabbrica che crea innocenti e, di conseguenza, addita al ludibrio nuovi colpevoli che vengono massacrati a sostegno della verità alternativa. Non solo investigatori e inquirenti, non solo giudici e magistrati ma anche parenti delle vittime, amici e conoscenti che vengono via via indicati come complici delle macchinazioni giudiziarie o veri e propri rei. Le conseguenze sono devastanti: chi subisce la gogna e la delegittimazione sui media, chi non regge il venticello di essere il mandante dello sterminio della propria famiglia e finisce ricoverato in clinica psichiatrica, chi si ammala.
L’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco con Alberto Stasi, l’omicidio di Yara Gambirasio con Massimo Bossetti e la strage di Erba con Rosa Bazzi e Olindo Romano rappresentano tre casi emblematici. Sebbene siano stati giudicati con sentenza definitiva sono entrati nel mirino della fabbrica degli innocenti, imbastendo una martellante campagna di disinformazione, di fake news che ha distorto la realtà per demolire le sentenze definitive. Ne esce un quadro falsato dall’assunto inquietante di prove manipolate, confessioni estorte, complotti giudiziari portati avanti da giudici, pubblici ministeri, investigatori, psichiatri, tutti uniti dall’intento di portare all’ergastolo innocenti in carcere. E, di conseguenza, gli assassini impuniti ancora liberi. E la Fabbrica compie una giustizia mediatica rabbrividente, sostituendosi a quella deputata a esprimersi in nome del popolo italiano. Mette al ludibrio chi ha compiuto indagini e processi confermati in ogni ordine e grado, ne indica volto, nome e cognome, li ferma per strada in agguati pseudo giornalistici, li delegittima. E si spinge a fornire verità alternative, attribuendo omicidi e stragi a estranei, massacrandoli, sino ad arrivare a coinvolgere i parenti delle vittime, costituitesi parti civili, che diventano corresponsabili. La verità è ribaltata.
Con immagini e documenti, testimonianze e ricostruzioni sul palco Gianluigi Nuzzi entrerà in questi tre gialli, andrà a ricostruire uno ad uno ogni caso, svelando come lavora la fabbrica degli innocenti tra manipolazioni e omissioni. Dov’è la verità? Chi sono i colpevoli, chi gli innocenti? Nuzzi parte con una tesi sostenuta da apparenti dati incontrovertibili per portare il pubblico su una posizione per poi ribaltare la scena del crimine, spazzando via quelle che sono solo suggestioni ben mimetizzate e offrendo prove e indizi insuperabili. Mai fidarsi delle fake news e dei divulgatori interessati, sempre approfondire dalle fonti più autorevoli, ovvero atti giudiziari e testimonianze. Nella fabbrica degli innocenti agisce chi per amore del condannato, chi per visibilità o cinico carrierismo, chi per speculazioni e costituirsi un trampolino politico, ma i risultati destabilizzanti rientrano in un quadro più ampio di complottismo e disinformazione che compromette la percezione su quanto accade nel nostro Paese, mina la fiducia e la credibilità dello Stato. Fate attenzione la fabbrica degli innocenti fa parte del complesso industriale della disinformazione, delle operazioni psicologiche, realtà che ormai agisce a pieno ritmo e investe i gangli dello Stato. I campi sono diversi ma i metodi del terrapiattismo sono gli stessi: verità cospiratorie, clamorose, a rapida digeribilità che prevedano una reazione di sconcerto, rabbia verso un “cattivo” istituzionale e determinano disaffezione verso il proprio paese. Oggi la giustizia esattamente con gli stessi metodi che abbiamo già visto nella sanità/salute (coronavirus), in geopolitica (guerra in Ucraina).